sabato 16 aprile 2011

MICROCOSMO/MACROCOSMO: IL MONDO DI IVANO TRABALZA di Maura Dettoni

M.D: Ho visto che hai girato moltissimo per lavoro e allo stesso tempo hai fatto molto per la tua città. Com'è essere su una barca a pescare pesce in Mauritania e poco dopo a Spoleto, a fotografare la città?

I.T:  Trovo sia perfetto passare da una barca di pescatori mauritani a Spoleto per un lavoro con il Festival Dei Due Mondi. Fare sempre la stessa cosa dopo un po' mi annoia, cambiare spesso soggetto e finalità del lavoro a me aiuta tanto. Essendo un fotografo autodidatta ogni nuovo lavoro è una sfida con me stesso e mi aiuta  mettermi  costantemente alla prova. Ora per esempio sono appena tornato da Miami, dove ho realizzato un servizio di moda e tra una settimana andrò in un super carcere a fotografare dei detenuti che realizzano borse da vendere online. Cambiare così tanto lavori e luoghi mi da la possibilità di vedere realtà diverse e di conoscermi meglio: un pescatore della Mauritania mi trasmette delle sensazioni mentre un detenuto o una modella me ne danno altre; è questa una delle cose più bella del mio lavoro, conoscere me e gli altri.





Ho visto i numerosi lavori che hai svolto per e nella città di Spoleto, ci sono stata questa estate per la prima volta e mi è piaciuta molto, non ero mai stata in Umbria e in qualche modo me l'aspettavo completamente diversa da come l'ho trovata: fresca, viva e sopratutto incontaminata. Forse da un fotografo ci si aspetta che lavori in una grande città, mentre tu sei rimasto "fedele" alla tua città natale. Qual è la cosa che piu apprezzi della tua città e dell'Umbria?

Della mia città mi piace una cosa sopratutto: è piccola ma abbastanza conosciuta. Per esempio la prima volta che sono stato negli Stati Uniti quando mi chiedevano da quale parte dell'Italia venivo, rispondevo sempre “Spoleto vicino Roma” ma molti mi rispondevano "ah, Spoleto! La conosco per il Festiva Dei Due Mondi, ci sono stato...." e dire che io sono il fotografo ufficiale del Festival, cosa che ovviamente mi da grandissima soddisfazione.
Ho documentato i grossi cambiamenti come le scale mobili e i parcheggi sotterranei ed è una cosa che mi fa piacere perché so che quegli scatti diventeranno foto storiche di un periodo importante e di cambiamento della mia città.
Poi adoro tantissimo il clima, la montagna, il verde...non riuscirei mai a vivere in una grande città, sono un appassionato di arrampicata su roccia e di parapendio e  vivendo qui appena ho mezza giornata libera ne posso approfittare.
Quando capita di uscire ti conosci quasi con tutti e questa cosa a me piace.
Comunque ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di viaggiare e conoscere altre culture e altre città ma sono sempre più convinto che vivere in mezzo al verde è la mia dimensione, con i mezzi che ci sono adesso non c'è bisogno di vivere nelle grandi città per fare il fotografo.




Hai sicuramente avuto la possibilità di vedere tantissime realtà diverse, dall'Africa all'America. Qual è il posto che più ti porti dentro? E banalmente quello che invece meno ti ha dato?

Non mi sento di portare dentro un posto più di un altro, sicuramente l'Africa è il posto dove sono stato più volte (l'ultima volta in macchina Spoleto – Dakar, quasi 10.000 KM) sono stato in Senegal, Mauritania, Mali, Marocco e Sud Africa. Ma non perché in Africa ci sono stato più volte mi piace di più del Nepal o degli Stati Uniti.
Ognuno dei posti che ho visitato, sia per lavoro o semplicemente per fare delle foto, ha una sua cultura, terra ecc. a me piace questo: vedere e conoscere tutto quello che si può.




Mi hai detto che sei un fotografo autodidatta, come ti sei avvicianto alla fotografia e come sei arrivato fino a qua?

Si, sono autodidatta e ancora devo fare tanta strada per essere un bravo fotografo - sempre se mai lo diventerò..
Penso di essermi  avvicinato alla fotografia nel modo più classico: mio padre aveva una Nikon FE con un 50mm che non usava più, avevo 20 anni e da li mi è presa la curiosità di imparare ad usarla. Qualche mio amico mi ha spiegato un po' di cose e in più ho letto un manuale di fotografia.
Ho poi iniziato a collaborare per un piccolo studio a Spoleto  e nel frattempo ero un operaio turnista in una fabbrica, prima ancora ero muratore e prima ancora idraulico...sì, ho iniziato a lavorare prestissimo, avevo solo 16 anni.
A 25 anni finalmente ho preso coraggio e mi sono detto “voglio provare a fare una cosa che mi piace fare”, così mi sono licenziato, perché in fabbrica davvero faticavo a lavorare.
Ho trovato una storia da raccontare "Le vie del pesce" ho cercato i contatti e sono partito e da lì altre storie, molte le ho pubblicate in qualche settimanale mentre altre sono rimaste nel cassetto.
Non riesco a vivere solo di reportage e dunque mi sono buttato nel commerciale: matrimoni, moda, corporate, ecc. ma sempre cercando di mantenere il mio stile reportagistico e non abbandonando mai i miei progetti.




Cosa ti aspettavi da Voices from Italy quando ti hanno chiesto di collaborare? Cosa ne pensi ora del risultato, dell'intero progetto?

Quando mi hanno contattato per collaborare con Voicec from Italy sinceramente non mi ero dato delle aspettative, mi è piaciuta l'idea e ho accettato. Adesso che riguardo tutto il lavoro finito è interessante. Ammiro molto tutto il lavoro fatto dai  ragazzi di MICRO.


Come hai affrontato i diversi temi? quale ti è stato piu semplice affrontare? Quali "storie" ci sono dietro?

I diversi temi li ho sviluppati sopratutto utilizzando materiali che già avevo,  per i temi “Work” e “People” sono stato sicuramente facilitato dal fatto che sono temi che ho affrontato molto spesso e che a me stanno molto a cuore.



Maura Dettoni si occupa di catalogazione fotografica e lavora in una biblioteca

venerdì 15 aprile 2011

VOICES FROM ITALY IN AREA PERGOLESI

Il 9 Marzo 2011 è stato presentato Voices From Italy a Milano, tante persone, tanti amici, una bellissima atmosfera. Collaborazione di persone in gamba e qui ringraziamo Domenico Stranieri, Gianmaria Carrara, Alberto Sala, Alessia Candita e Stefano Serra. Grazie a tutti per l'interesse, il sostegno, la prova che si può ancora fare fotografia in un modo serio e bello.

Ecco il video di Stefano Serra

http://www.youtube.com/watch?v=mDP23niAq80

...e alcune fotografie della serata (© Arianna Sanesi e Stefano Serra)