mercoledì 6 ottobre 2010

LA MIA PARTE DI MONDO. INTERVISTA A ELISABETTA COCIANI di Lucia Rinolfi

L.R: Non sei veneto se...

E.C: Non ti piace il vino! Sembra uno scherzo, in realtà trovo che il bicchiere di vino rivesta  grande importanza nella vita dei veneti, mi spiego meglio. I bar e le osterie sono il luogo di ritrovo per eccellenza, sono occasione di incontri, di discussioni, di divertimento e di passatempo per tutti, dai più giovani ai più anziani.


Un'istantanea che porti dentro di te del Veneto?

Torno da scuola e vedo mio padre sfrecciare in macchina, stranissimo a quella velocità, corro a casa e mia nonna mi dice che è nata mia sorella. Avevo 11 anni, il nome lo abbiamo scelto io e mio fratello: Anna.


  

e del Friuli?

Del Friuli ho pochissimi ricordi, ce ne siamo andati via quando avevo tre anni. Ho però un'immagine molto nitida: sono con Eva, la mia amichetta preferita, vestite da ballerine, in tutù, io verde, lei rosa. Balliamo. Eva studiava danza sul serio e si vedeva…io invece cicciottella e impedita, ma felicissima! Da qualche parte, a casa dei miei, ci deve essere una fotografia che ha immortalato quel momento. 


Come riesce la fotografia ad avvicinarti alla realtà, se lo fa?

Lo fa sicuramente perché racconto delle storie che sono reali e per farlo ascolto, osservo, cerco, conosco e infine dò una mia lettura della realtà.                                                                                                                                La fotografia mi ha aiutato moltissimo anche a superare in parte la mia timidezza perché ho imparato non solo a guardare ma anche a interagire con gli altri, per fotografare le persone è per me molto importante instaurare prima un contatto, una relazione. Ecco quindi che prima di un ritratto, se ho l’opportunità, lascio da parte la macchina fotografica e inizio a chiacchierare… 




Che cosa sai ora - che prima non sapevi - della tua regione e delle sue persone grazie al lavoro per Voices from Italy?

Il lavoro Voices from Italy mi è servito soprattutto per riflettere sul Veneto, mi ha aiutato a capire quale è il mio rapporto con questa regione,  è stato importante scegliere le foto che per me rappresentano il Veneto, voglio sottolineare questo aspetto, è il “mio Veneto”, certo non pretendo di rappresentare il Veneto per esempio con il ritratto di mia sorella, si tratta di  una lettura completamente personale.


Se tu non fossi nata in Friuli, cresciuta in Veneto e vivessi a Milano... quale parte del mondo credi ti apparterrebbe?

L'Istria, mio padre è di origine istriana, il mio cognome è stato italianizzato, i miei parenti che vivono ancora lì si chiamano Kocijančič. La famiglia dei miei nonni con la seconda guerra mondiale si è disgregata, chi è andato in Australia, chi in America, chi in Italia e chi è rimasto. Sono convinta che mio papà, nato per caso in Lombardia, si sia portato dietro questo vuoto, la sua terra d’origine, e io credo di avere ereditato questo sentimento, non mi sento né friulana, né veneta e nemmeno milanese.


Il viaggio che ti manca per capire da dove vieni

Sicuramente l’Europa dell’Est, partendo dalla ex Jugoslavia e arrivando in Russia.


Perché abbiamo bisogno di vedere il mondo attraverso un obiettivo?

Il perché non lo so, so che a me piace moltissimo, seleziono e fermo la mia parte di mondo, è soggettiva e personale. Fai fotografare la stessa cosa a due fotografi e avrai sicuramente due immagini diverse.




Perché hai scelto la fotografia?

Mi sono avvicinata alla fotografia un po' per caso, ai tempi dell'università il  fidanzato di allora mi regalò la mia prima macchina fotografica. Sempre in quel periodo, folgorante fu una mostra che vidi in Germania di August Sander: in quell’occasione capii che non avrei fatto l’architetto ma che volevo fare la fotografa. Il linguaggio fotografico era perfetto per me.  Sono sempre stata una persona attenta e curiosa, ho sempre avuto un grande spirito di osservazione, con la macchina fotografica riuscivo a documentare e a raccontare quello che mi colpiva. Diciamo anche che per me risulta molto più semplice comunicare con delle immagini piuttosto che con le parole scritte o parlate. 


Sarai una fotografa per sempre?

E chi lo può dire? Oggi ti potrei dire, sì, sarò una fotografa per sempre, ma magari arriverà il momento in cui metterò da parte la macchina fotografica per utilizzare un altro mezzo, credo comunque che non smetterò mai di documentare e raccontare storie.




Lucia Rinolfi, ricercatrice iconografica di Gente

lunedì 4 ottobre 2010

LANDSCAPE


E' online il quarto tema, landscape!

Il fotografo Milo Sciaky, dopo aver visto in anteprima le fotografie, ci scrive:

 "Le foto della nuova serie tematica di Voices mi sembrano quelle che meglio hanno risposto all’argomento della consegna. Nonostante il livello qualitativo delle immagini dei temi precedenti, forse a causa del persistente elemento umano rappresentabile in maniera infinitamente più varia che del solo paesaggio, avevo inizialmente mosso la critica che tutto sommato non sarebbe stato troppo complicato spostare le singole immagini da un tema all’altro senza che un utente qualsiasi si accorgesse dell’artificio. Avevo l’impressione che le foto delle tre serie: people, Habitat e work, fossero sostanzialmente troppo simili tra loro per dare l’impressione  che si proponessero di rappresentare dei concetti tra loro differenti. Ovviamente le difficoltà di organizzare il materiale proveniente da 20 regioni diverse sono belle grosse e il risultato dell’esperimento va letto, a parer mio, come l’intento non tanto rappresentativo della propria realtà territoriale da parte delle singole voci, con i cazzi loro e il tempo che possono dedicare al progetto, quanto come il coro di queste voci, fin’ora semplicemente allacciate fra loro, che con landscape hanno trovato il modo, spontaneo e ignaro delle scelte argomentativo/stilistiche delle altre voci, di imbroccare tutte insieme una sola nota e di intonarla in un canto piacevole e armonioso (ora piango), come se a scattarle sia stata un’unica sapiente mano o occhio o cervello che sia."